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Identità & storia della scuola

La Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, incardinata al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania ha una lunga storia e, anagraficamente, si pone subito dopo l’istituzione della Scuola Archeologica Italiana di Atene avvenuta nel 1909. 

Fu fondata nel 1923 e la direzione, nella fase d’avvio, venne affidata al celebre archeologo roveretano, Paolo Orsi, che in quegli anni era alla guida della Soprintendenza a Siracusa, mentre formava archeologi insegnando nell’Ateneo catanese.

Il binomio Catania/Siracusa è rimasto nel corso degli anni: prima, con l’integrazione della scuola archeologica con quella del dramma antico, con sede sempre a Siracusa, poi, con la separazione consensuale delle due istituzioni mantenendo, però, sempre la base operativa nella città di Archimede.

Collocata tra la Scuola nazionale di Roma, rivolta allo studio dell’Etruria e del mondo romano, e la Scuola Archeologica Italiana di Atene, che copriva l’area egea, la Scuola di Siracusa avrebbe dovuto costituire il terzo punto di riferimento per la formazione dei giovani archeologi, indirizzata dalla sua stessa posizione agli studi sulla Magna Grecia e sulla Sicilia. 

Cessata ogni attività con la scomparsa dell’Orsi, alla cui opera di ricerca era stata legata sin dalla sua fondazione, la Scuola fu riattivata nel 1961, su iniziativa del Prof. Giovanni Rizza, docente di archeologia classica nell’Ateneo catanese, ed inizialmente unita al corso di Perfezionamento in Studi sul Dramma Antico. 

La sede fu fissata, ancora una volta, a Siracusa, dove trovò ospitalità presso l’I.N.D.A.

Nell’arco di quasi un secolo, la Scuola ha visto passare i migliori archeologi del panorama nazionale ed internazionale che hanno offerto lezioni e seminari a tanti allievi, molti dei quali oggi occupano posti di prestigio nelle Università, negli enti di ricerca, nelle Soprintendenze, nei musei e nei parchi archeologici dell’isola e non. 

Dai registri delle lezioni accuratamente conservati nell’Archivio Storico dell’Ateneo, si possono leggere i nomi di P. E. Arias, S. Calderone, G. Pugliese Carratelli, L. Bernabò Brea, A. Stazio, B. Gentili, M. Sordi, S. Mazzarino, Q. Cataudella, E. Paratore, R. Bianchi Bandinelli, fino alle presenze più recenti con Mario Torelli, N. Bonacasa, E. De Miro, B. Andreae, D. Manacorda e tanti altri illustri studiosi.

Dal 1990 (Decreto Rettorale 27.2.1990) la Scuola ha modificato il proprio statuto in Scuola di Specializzazione in Archeologia di durata triennale, con lo scopo di approfondire la preparazione scientifica nel campo delle discipline archeologiche e di fornire le competenze professionali finalizzate alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico. 

Nel 2009 (Decreto Rettorale del 28.1.2009 n. 843, come previsto dal Decreto Ministeriale 31.1.2006 sul riassetto delle Scuole di specializzazione nel settore della tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale), diventa Scuola di Specializzazione in Beni archeologici della durata di due anni accademici.

Ordinamento didattico

INDIRIZZI DI STUDIO

La Scuola si articola in quattro curricula:

Il percorso formativo è organizzato in ambiti tematici che si riferiscono a diverse tipologie di studi e in curricula professionalizzanti, di cui 3 attivi, relativi ai settori scientifico disciplinari di carattere archeologico.

Sono inoltre previsti attività seminariali inquadrate all’interno delle singole discipline professate, stages e tirocini presso Soprintendenze, Parchi e Musei Archeologici, nonché una prova finale.

1. Archeologia preistorica e protostorica;

2. Archeologia classica;

3. Archeologia orientale;

4. Archeologia tardo antica e medievale;

Sono inoltre previsti stages e tirocini, nonché una prova finale.

Obiettivi

didattica & formazione

La Scuola si propone di formare specialisti con uno specifico profilo professionale nel settore della conoscenza, tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico.

La formazione prevede l’approfondimento delle discipline archeologiche relative alla conoscenza del patrimonio archeologico, architettonico, figurativo e dei documenti della cultura materiale. 

Sono altresì considerate indispensabili, per una corretta preparazione professionale:

Gli specializzati devono essere in grado di operare con funzioni di elevata responsabilità:

LINEE GUIDA GENERALI

FREQUENZA, ESAMI & PROVA FINALE

La frequenza delle lezioni, delle conferenze, dei seminari didattici, dei laboratori, nonché la partecipazione alle attività pratiche, di stages e tirocini è obbligatoria.

Alla fine di ogni anno, lo specializzando dovrà superare un esame teorico-pratico sulle attività di formazione svolte nell’anno, valutato da una apposita Commissione, presieduta dal direttore della Scuola e costituita dai docenti della Scuola delle discipline interessate dal programma di formazione dei candidati.

Gli specializzandi possono trascorrere, previa autorizzazione del Consiglio della Scuola, un periodo di studio all’estero in accordo con Istituzioni scientifiche italiane e/o straniere. I risultati delle attività svolte all’estero saranno valutati nel corso dell’esame di fine anno.

Esame Finale

A coloro che abbiano superato l’esame finale sarà rilasciato il Diploma di Specializzazione in Beni Archeologici, con l’indicazione dell’indirizzo seguito.